GIRA IL VENTO? …AL MARE CON LA PROTEZIONE 50!

Di seguito una VIEW creata mettendo insieme recenti relazioni di diversi gestori.

Mi raccomando, non è un invito ad investire e vi invitiamo a prendere contatto con un professionista degli investimenti nella gestione del vostro risparmio.

Anche se il vento –ma sembra più una brezza- pare girato, ricordate che veniamo da un mese di giugno veramente disgraziato e che in estate conviene sempre proteggere la pelle!!!

 

VIEW MERCATI EMERGENTI:

I titoli obbligazionari, in particolare quelli emessi dai paesi emergenti, sono passati da una fase di mercato caratterizzata da bassi tassi di interesse ed ampia disponibilità di fondi ad una in cui i rendimenti attesi sono in crescita e la liquidità globale è prevista in riduzione.

Sebbene questa inversione di tendenza fosse attesa, l’attenzione degli investitori si è spostata su questo tema in seguito alle dichiarazioni della FED sulle tempistiche di abbandono delle politiche monetarie espansive (c.d. quantitative easing) ad alle notizie sulla possibile stretta monetaria in Cina. Questa nuova fase di mercato è quindi iniziata in modo volatile e “distruttivo”.

 

I mesi di maggio e giugno sono stati caratterizzati dall’aumento dell’avversione al rischio, soprattutto a causa dei dati economici pubblicati ed i fondi d’investimento più penalizzati sono stati quelli relativi ai mercati emergenti. Tuttavia, i fondamentali continuano ad essere favorevoli per queste aree geografiche, pertanto la recente fase di vendita ha creato nuove possibilità d’investimento, da cogliere sfruttando le disparità sui dati fondamentali e puntando sulla ricerca del valore.

 

Con la crescita dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi, i mercati emergenti devono far fronte alla riduzione della liquidità a livello globale, mentre le consuete correlazioni ed i soliti “ammortizzatori”, come ad esempio la relazione inversa tra i rendimenti dei titoli di stato statunitensi e l’andamento degli spread, non sono più validi. Questa combinazione di fattori ha avuto effetti negativi su tutti i fondi obbligazionari, indipendentemente dalla regione geografica e dal livello di rating. Tuttavia, mentre gli investitori di obbligazioni dei paesi emergenti sono stati penalizzati dall’aumento sia dei rendimenti che degli spread, è ancora possibile effettuare una certa diversificazione tra i paesi ed i settori. Le dinamiche del debito pubblico dei paesi emergenti sono ancora favorevoli rispetto a quanto possiamo osservare nei paesi sviluppati. Questa sensibile correzione a cui abbiamo assistito di recente ha colpito eccessivamente alcune asset class ed ha portato all’aumento dei livelli di liquidità nei fondi d’investimento, il che ha fatto aumentare i rendimenti ed innalzato le soglie di ingresso. In particolare le obbligazioni dei paesi emergenti sono molto interessanti rispetto a quelli statunitensi, poiché l’attuale aumento degli spread compensa gli investitori per la possibile ulteriore volatilità.

 

In conclusione, la recente fase di vendita che ha investito le obbligazioni dei paesi emergenti ha rappresentato una reazione eccessiva degli investitori al cambiamento della politica monetaria accomodante statunitense. Tuttavia i fondamentali ovvero il tasso di crescita più elevato, il minor livello di indebitamento, le ampie riserve monetarie in divise estere ed una popolazione lavorativa giovane rimangono ancora interessanti. Questa fase di correzione del mercato ha reso dunque le soglie di ingresso a questa asset class ancora più interessanti. Nonostante riteniamo che il processo di ritorno a tassi di interesse a livelli più “normali” non sarà senza ostacoli, è opportuno puntare sulle imprese dei paesi emergenti con solidi fondamentali, che si rivelerà un’interessante opportunità d’investimento di lungo periodo.

 

IN SINTESI:

•          Sono intervenuti sviluppi rilevanti che hanno corretto la recente debolezza dei mercati obbligazionari: negli USA la Fed ha sottolineato che la progressiva riduzione degli acquisti di titoli sarà strettamente legata all’andamento delle variabili economiche e finanziarie e non un percorso automatico e meccanico. In Cina le autorità monetarie hanno iniettato liquidità sul mercato e tolto il limite inferiore ai tassi a cui è concesso credito. Anche la BCE ha voluto ribadire che i tassi rimarranno verosimilmente bassi a lungo e che il livello attuale non è il minimo raggiungibile.

 

•          La ripresa dei mercati obbligazionari è stata caratterizzata da una marcata differenziazione di performance all’interno di specifiche asset class e nel comportamento relativo tra classi d’investimento limitrofe. Riteniamo che ciò possa offrire segnali interessanti per l’investitore.

 

•          I mercati emergenti sono un esempio di recupero molto disomogeneo, in termini di andamento del debito, delle divise e di orientamento delle politiche monetarie. È molto probabile che tali mercati continueranno a seguire un trend disomogeneo e differenziato, in cui le performance rifletteranno sempre più i fondamentali e aspetti maggiormente tecnici. Di conseguenza, rimarranno opportunità per gli investitori ma con crescente selettività.  

 

•          Restano forti divergenze di rendimento tra i governativi, in particolare tra la curva dei treasury USA e quella europea, soprattutto nella parte a lungo termine. Il segnale è che gli investitori continuano a essere ancora molto preoccupati per ulteriori futuri aumenti dei rendimenti a lungo termine negli USA.

 

IN CONCLUSIONE:

 

•          Restiamo cauti verso gli investimenti con duration più elevata, soprattutto negli Stati Uniti. Una parte non trascurabile dell’aggiustamento è avvenuta ma potrebbero essere difficili forti recuperi dei rendimenti governativi da questi livelli;

 

•          l’investimento sulla curva europea rimane meno esposto al rischio di una violenta risalita dei rendimenti, dato il quadro macroeconomico e una BCE risoluta a non lasciare che la curva europea rimanga ancorata a quella americana, soprattutto sulle scadenze brevi;

 

•          il mercato emergente locale offrirà opportunità interessanti dopo la debolezza recente, ma resta il rischio del riposizionamento di investitori già molto esposti e quello di rendimenti governativi americani più elevati;

 

•          la componente credito in Europa potrebbe risentire dell’aumentato rischio politico in molti paesi del Sud Europa (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia). Al momento le tensioni interne non si sono riflesse sugli spread governativi ma le evoluzioni richiedono un monitoraggio particolarmente attento.

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